Marco
Nell'aprile del 2021, a seguito di ricovero per Covid, prima a Como e poi trasferito a Cinisello Balsamo (MI), sono stato, contro la mia volontà, intubato nonostante non fossi in pericolo di vita (lo scrivo perché mi avevano informato che lo avrebbero fatto, pertanto è stata una precisa scelta dei dottori e non un incidente).
Come avviene spesso in questi casi, la situazione peggiorava di giorno in giorno, fino all'irreparabile, il coma e poi il trasferimento in struttura per malati gravi.
Quando sono arrivato al Policlinico di Milano, è stato detto ai miei famigliari che non c'era più speranza e che non avrei passato la notte. Vi tralascio la storia clinica in cui è stata riferita questa risposta ben 8 volte nei primi 30 giorni. La cosa più importante rimane il fatto che in questi due mesi di coma, in cui mi hanno tenuto in vita mentre parenti ed amici non sapevano se fossi sopravvissuto, io gli ho passati, e non percepiti, come due mesi in altri posti.
I primi ricordi di quell'esperienza sono visioni, come dei sogni molto molto intensi e realistici, sia nelle sensazioni che nelle percezioni, dolore fisico, sofferenza, ansia scene che non avevano un nesso tra loro e che mi facevano stare male.
Ho compreso che, quello che provavo, mi riportava a scelte fatte in passato e momenti in cui le mie azioni avevano creato conseguenze.
Tutto questo mi faceva provare molta sofferenza e mi ha portato fino a non farcela e chiedere aiuto.
In quel momento mi sono sentito tirare verso l'alto e sono arrivato in un luogo nuovo, che non avevo mai visto in vita mia, una struttura bassa modernissima, aldilà della mia immaginazione.
Sono entrato e mi sono trovato davanti ad un'immensa piscina senza fine con un soffitto a meno di mezzo metro dall’acqua, immenso trasparente, che permetteva di vedere una volta stellata.
L'acqua era azzurra/verde edera piena di punti luminosi nella profondità era limpidissima. Mentre scendevo i gradini di quella piscina mi sono fermato perchè comprendevo che dovevo andare sott'acqua e quindi non sapevo come avrei potuto respirare.
Mi girai e sapevo di trovare delle figure vestite con delle tuniche bianche che mi invitavano a proseguire facendo riferimento a qualcosa sotto le mie orecchie e toccandomi senti qualcosa, sicuro non fossero branchie e cose della pelle.
Nuotavo sott'acqua e sentivo che mi stavo sentendo sempre meglio.
Poi mi senti ancora spingere verso l'alto ed arrivai come teletrasportato in una stanza trasparente, intorno era scuro ma al centro c'era il nostro pianeta, e poi man mano si rimpiccioliva fino a farmi vedere il sistema solare la galassia e poi tutto l’universo.
Da li, ancora una volta, salii verso una luce un sole brillante, ma che potevo vedere senza fastidio agli occhi e tutto intorno colori caldi arancione e rosa e una sensazione di amore e gioia e di benessere, niente più dolore o sofferenza.
Li, per la prima volta, ho sentito telepaticamente una voce chiedermi perché volessi tornare indietro. Ero sorpreso dalla domanda, perchè immaginavo che mi avrebbero chiesto se volevo andare avanti o tornare indietro. La mia risposta è stata altrettanto sorprendente perché non stavo pensando io, ma ho risposto come se rispondesse dentro qualcos’altro, e la risposta fu ancora piu strana. "Voglio tornare", non per mio figlio o per la mia compagna, ma perché Voi mi avete mandato, ed io non ho ancora finito ciò che devo fare.
Dopo quella risposta, mi dissero che avevano due messaggi da darmi: il primo il concetto di un mondo un popolo, il secondo cosi sopra cosi sotto. Poi aggiunsero che sarebbe stata dura ritornare, ma che sarebbe andato tutto bene.
Infine, sentii come se mi avessero dato tanta consapevolezza, su diversi argomenti, come se da dentro, avessi risposte a tantissime domande.
Mi sentivo bene, e mi sentivo parte di tutto. Prima di andare, ho chiesto perché, nella mia vita, fossero successe tutte quelle cose e perché, adesso, stava accadendo questo.
La loro risposta fu un po criptica, mi dissero "solo prima di te, molti sono stati, e dopo di te, molti saranno. Tra le tue incarnazioni, questa è quella che più si può avvicinare a ciò che dovrai fare.”
Dopo di che sono stato parcheggiato per pochi attimi, poi ho aperto gli occhi in un posto che non riconoscevo. Mi ci avevano portato mentre ero incosciente, c’erano medici e infermieri tutti bardati come astronauti e con lo sguardo incredulo.
Ero tornato!
Sono tornato diverso. Ora non credo, ma so. Sono consapevole, riesco ancora a sentire quel legame e quelle emozioni, mi mancano. Mi sento un po come un disadattato che vive in un luogo che non comprende più.
Mi sono fortificato e ho cominciato a comprendere ciò che è successo e oggi rivelo ciò che ho vissuto.
Grazie a tutti.