Nel 2005, mentre salivo nell'ascensore dell'ufficio, all'improvviso mi sono trovato nel bianco più assoluto, andavo a grande velocità nel bianco, sempre più bianco.
C'era un lieve rumore, piacevole ma intenso. Il tempo mi è parso molto, molto lungo durante questo viaggio; correvo veloce immerso in questo bianco sempre più intenso.
Poi, sempre all'improvviso, con il fermarsi dell'ascensore, sono tornato alla realtà. Stavo in piedi, le ginocchia si erano leggermente piegate e mi sono prontamente raddrizzato, senza cadere. Le ginocchia si erano di poco piegate, quindi, nel tempo reale questo viaggio è stato di una frazione di secondo, ma a me invece, è sembrato lungo, molto lungo, anzi era lungo, non certo una frazione di secondo, ma molto molto di più. In viaggio ero io, non mi sono staccato dal corpo o altro.
In seguito ho continuato normalmente la mia riunione di lavoro, giunto al piano dove mi ha portato l’ascensore.
Quanto accaduto non lo ho riferito a nessuno, se non alla famiglia qualche giorno dopo l’episodio.
Non mi è più capitato.
Il ricordo dettagliato è rimasto. Ancora adesso, se ci penso, rivedo molto bene il viaggio e il ritorno alla realtà con le gambe che raddrizzavano.