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Alessandra 1978

Ero con una amica. Sono andata a comprare una dose di eroina perché ne avevo bisogno. Mi sono bucata e ho collassato. Essendo in auto con questa mia amica lei, vedendo che non davo più segni di vita, mi ha portata immediatamente in ospedale. In ospedale i medici le hanno comunicato che difficilmente ce l’avrei fatta.

Nel frattempo io, dopo essermi iniettata l’eroina, ho perso i sensi e mi sono vista dall’alto, da circa un paio di metri, svenuta con la siringa nel braccio, e la mia amica che cercava di farmi rinvenire. Poi mi sono ritrovata in un luogo buio, un tunnel dall’atmosfera paurosa. In fondo, in lontananza vedevo una luce e volevo raggiungerla, ma ero come incatenata a qualcosa: avevo ai piedi come delle enormi scarpe di metallo, pesantissime, che non mi permettevano di muovermi. Mi rendevo conto che mi trovavo in un corpo che era più reale del corpo in cui ci troviamo adesso...come anche quel luogo, in cui non c’era niente di bello. I medici poi sono riusciti a farmi respirare. Mi sono risvegliata in ospedale con tutti i medici intorno...

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