Gabriele
Ho vissuto una NDE nell'agosto del 2013, a seguito di 3 infarti in due giorni, di cui l'ultimo, più significativo, ha portato ad un arresto cardiaco.
Una favorevole, e per me non casuale, combinazione degli eventi, ha fatto sì che quel giorno, fossi entrato da 5 minuti al pronto soccorso. Un' intero reparto, ha potuto dedicarsi a me, alleggerito da una non del tutto fortuita assenza di altri pazienti.
Dopo più di un minuto di tentativi per fare ripartire il mio cuore, tutti con esito negativo, e dopo circa 4 minuti di ossigenazione manuale, la mia situazione si è stabilizzata. Questo ha permesso l'asportazione via inguine, dell'occlusione della coronaria, mediante l'applicazione di uno stent non medicato.
Qui cominciò il mio viaggio, durato 8 giorni in coma farmacologico. Il mio corpo, trattato secondo i crismi della crioterapia, conservava i soli, basilari, stimoli di sopravvivenza, nutrito mediante flebo ed aiutato nella respirazione da tubi ed altre macchine.
E la mia coscienza? Oh, lei ha viaggiato e visto! Ha conosciuto meraviglie ed ha potuto respirare l'energia primordiale del non materiale, risvegliando archetipici ricordi che facevano, di ogni nitido istante, un passo verso una nuova consapevolezza, inaccessibile prima, seppur, a sensazione, sempre stata li, al fianco di una vita.
Colori nitidi e forme fluide, il me bambino, accovacciato in posizione fetale...e il mare, la presenza, reale ed effimera, concreta ed eterea, dell'energia madre al mio fianco, sotto forma di donna dai lunghi capelli al vento, percepiti singolarmente, ma priva di un volto di umana decodificazione - in quanto per nulla necessario -...poi gli amici e gli incontri gentili di una vita, in una valle fiorita e piena di colori e suoni, dove si narravano storie e racconti, imprese di giovani e focose anime, sofisticazioni raffinate dell'etá adulta, trasmesse da bocca a bocca, da orecchio ad orecchio, nello riscrivere il viaggio di una vita, pienamente e felicemente vissuta.
Ciò che mi rimane, dopo la prima settimana di smarrimento e paura, è tale e quale a quello che rimane dopo un qualsiasi profondo ed intenso viaggio - se percorso e accettato e vissuto. Una coscienza più consapevole ed evoluta, che tende ad evolvere con devozione quotidiana. Rimane gratitudine. Rimane anche, secondo alcune ernie tribali antiche sparse per il mondo, un "potere" sciamanico acquisto proprio grazie all'esperienza vissuta. Credenze antiche alle quali già da tempo tendo a credere. Rimane una forza interiore ed uno stato di meraviglia latente quando gli accadimenti quotidiani sono leggermente più profondi di un aperitivo o di una partita di calcio.
Certo, rimangono, personalmente, anche le giornate, o i momenti, in cui le connessioni attive sono più con il piano "dietro al velo" che con quello materiale. Ma rimane anche un grande senso di rispetto, sempre più espanso e tendente al tutto, e pace, pace interiore, si, perché quello è il premio per ogni gradino conquistato nell'evoluzione della propria consapevolezza, un sempre maggiore, appagante, senso di pace interiore.